L’ULTIMO ANTICRISTO 8 – L’IMMAGINE DELLA BESTIA

Attraverso i prodigi stupefacenti che le è concesso di fare, la bestia dalla terra induce gli abitanti della terra a fare un’icona alla bestia che sale dal mare. Il falso profeta, attraverso l’eresia (il fuoco dal cielo sulla terra), spinge il mondo all’idolatria, cioè, alla fabbricazione e all’adorazione dell’immagine della bestia (QUI e QUI).

LA STATUA D’ORO DI NABUCODONOSOR

L’immagine della bestia ricorda la statua d’oro fatta costruire da Nabucodonosor, cui tutti avrebbero dovuto prostrarsi, ma mentre nel racconto del profeta Daniele è il re a comminare la pena di morte, nel brano dell’Apocalisse è la stessa immagine della bestia a parlare e a mettere a morte. È un’immagine vivente, parlante. Tale capacità le viene data dal falso profeta, cioè, dalla bestia dalla terra, la quale la fa foggiare secondo le sembianze della bestia e le imprime uno spirito. La dinamica ricorda la creazione dell’uomo a immagine e somiglianza di Dio e l’insufflazione dello spirito da parte di Dio, che rende l’uomo un «essere vivente» (Gn 2,7), espressione che il Targum Onqelos traduce con «spirito parlante».

SIMULACRUM BESTIAE ADINVENTIO DIABOLI

L’immagine della bestia è un’icona vivente, che incarna e proclama un’immagine morale distorta e una visione del mondo che non rispondono al Vangelo di Cristo.Essa proclama con autorità la dottrina di un popolo malvagio (bestia dal mare), persuade gli uomini, sotto le false spoglie dell’ortodossia, a rendere culto all’uomo anziché a Dio (idolatria) e ha il potere di mettere a morte chi non adora la bestia.

L’immagine della bestia è la punta di diamante del falso profeta e allo stesso tempo anche un re. Sommo sacerdote del culto dell’uomo e sovrano. San Cesario usa l’espressione «simulacrum bestiae», definendolo adinventio diaboli.

Dunque la bestia con le sue due corna fece in modo che il popolo adorasse l’immagine della bestia, cioè, l’invenzione del diavolo.[1]

OGNI SIMULACRO È IDOLO

Isidoro di Siviglia, nella sue Etymologiae sive Origines, spiega che ogni immagine esige il nome di idolo:

I simulacri sono stati così chiamati con riferimento alla similitudine: ricavati dalla mano dell’artista dalla pietra o da altro materiale, essi riproducono, infatti, le sembianze di coloro in onore dei quali sono stati creati. I simulacri, pertanto, hanno ricevuto tale nome o per il fatto di essere somiglianti, o perché opera di simulazione ed immaginazione, ossia, in altre parole, illusori. [7] Degno di nota è l’equivalente ebraico del termine latino: in ebraico, infatti, l’idolo, o simulacro, è chiamato Semel … [11] Il termine idolatria si traduce con sottomissione agli idoli o venerazione degli idoli: il greco λατϱεία, infatti, equivale al latino servitus, ossia sottomissione, che, per quanto riguarda la vera religione, non è dovuta se non all’unico e solo Dio. [12] Come l’empia superbia, sia essa propria di uomini o di demoni, ordina e desidera che tale sottomissione le sia mostrata, così la pia umiltà, di uomini o di angeli santi, non l’accetta quando le viene presentata, rendendo invece manifesto a chi essa sia dovuta. [13] L’idolo è, conformemente al significato originario del vocabolo, un simulacro fatto ad immagine umana e consacrato: εἶδος, infatti, significa in greco immagine, da cui il diminutivo idolum, equivalente del nostro immaginetta. [14] Ogni immagine o immaginetta, quindi, esige il nome di idolo: da qui che l’idolatria in ogni sua forma consiste nell’essere asserviti come uno schiavo ad un idolo.

IL PASTORE IDOLO

Dal simulacrum bestiae sembra, dunque, emergere la figura di un re-sacerdote che si pone al di sopra di Dio e della sua Parola, facendosi adorare come un idolo. Il profeta Zaccaria, al riguardo, parla del pastore idolo come la perfetta antitesi del buon/bel pastore, che è Cristo (Gv 10,11):

Quindi il Signore mi disse: «Prendi ancora gli attrezzi di un pastore stolto, poiché ecco, io susciterò nel paese un pastore che non avrà cura di quelle che si perdono, non cercherà le giovani, non curerà le malate, non nutrirà quelle ancora sane; mangerà invece le carni delle più grasse e strapperà loro persino le unghie. Guai al pastore idolo che abbandona il gregge! Una spada colpisca il suo braccio e il suo occhio destro. Tutto il suo braccio si inaridisca e tutto il suo occhio destro resti accecato». (Zc 11,15-17)

UN RE ABILE NELL’INTRIGO E NELL’AMBIGUITÀ

Immediato è il richiamo al figlio di perdizione e all’uomo dell’anomia di cui parla san Paolo ai Tessalonicesi (QUI). Si tratta dell’ultimo anticristo, che sorgerà quando il male giungerà al suo culmine ma che sarà stroncato dall’intervento divino, dopo essere insorto contro Dio.

Quando l’empietà avrà raggiunto il colmo, sorgerà un re dalla faccia tosta, abile nell’intrigo/nel parlare ambiguo. La sua potenza si rafforzerà, ma non per forza propria; causerà inaudite rovine, avrà successo nelle imprese, distruggerà i potenti e il popolo dei santi. Per la sua astuzia, la frode prospererà nelle sue mani, si insuperbirà in cuor suo e con noncurante facilità farà perire molti: insorgerà contro il principe dei prìncipi, ma verrà spezzato senza intervento di mano d’uomo. (Dn 8,23-25)

IL MARCHIO DELLA BESTIA

Il simulacro della bestia ha un potere sconfinato. Non solo decide chi vive e chi no, ma dispone di una forza oppressiva totalitaria. L’ultimo anticristofa sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevano un marchio sulla mano destra e sulla fronte, e che nessuno possa comprare o vendere senza avere tale marchio, che è il nome della bestia o il numero del suo nome.

Come Dio segna i suoi eletti con il suo sigillo spirituale, così l’anticristo marchia con il nome della bestia tutti quelli che non sono iscritti nel libro della vita. Imprimere il marchio con il nome di qualcuno vuol dire rendere schiavi.

MARCHIO = IDOLATRIA

Riceve il marchio della bestia sulla fronte e sulla mano vuol dire aderire alla mentalità, all’immagine morale distorta proclamata dall’anticristo all’insegna della bestia, e agire secondo gli ordini della bestia e dell’anticristo. Non è un segno visibile. Ricevere il marchio significa diventare idolatri e prendere parte al corpo della bestia per appartenergli totalmente. Chi riceve il marchio della bestia subisce la punizione degli idolatri, secondo la tradizione profetica-apocalittica:

Chiunque adora la bestia e la sua statua, e ne riceve il marchio sulla fronte o sulla mano, anch’egli berrà il vino dell’ira di Dio, che è versato puro nella coppa della sua ira, e sarà torturato con fuoco e zolfo al cospetto degli angeli santi e dell’Agnello. Il fumo del loro tormento salirà per i secoli dei secoli, e non avranno riposo né giorno né notte quanti adorano la bestia e la sua statua e chiunque riceve il marchio del suo nome. (Ap 14,9-11)

Nel linguaggio biblico, gli estremi indicano totalità: piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi sono estremi che delineano l’età, lo stato sociale, i diritti politici. Il potere dell’ultimo anticristo è trasversale, copre tutto il vivere umano. Anche «comprare e vendere» indica nei suoi estremi la vita sociale e economica. Chi non ha il marchio, chi non aderisce alla falsa morale della bestia e non agisce secondo i suoi dettami, è bandito dalla vita civile.

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Armando Savini – Sovranità debito e moneta

[1] Cesario di Arles, Commento all’Apocalisse, Paoline, Milano, 2016, p. 271.