SOSTITUTIVO AL GREEN PASS! Leader di CONSTITUTIO Italia Sfida il Governo con Rischio Denuncia per Chi Controlla

«L’Italia ha di fronte una primavera e un’estate tranquille e non è detto che in autunno le cose peggiorino di nuovo. Ovviamente il virus non sparirà, questo è di un’evidenza lampante ma non ci ritroveremo più in una situazione difficile rispetto a quelle che abbiamo vissuto. Non per questo però bisogna tornare indietro sulle misure più importanti, in particolare l’obbligo per gli over 50 e il Green Pass. L’obbligo di vaccino per gli over 50 è fissato oggi fino al 15 giugno, non vedo la ratio di toglierlo».

Nel giorno in cui il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico del Governo Draghi e presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli ha confidato a Repubblica le sue intenzioni, da Napoli arriva un escamotage degno dell’irridenza di Pulcinella, dell’astuzia di Totò, al secolo Antonio De Curtis, dell’acume popolare di Luciano De Crescenzo e dell’ironico pragmatismo di Francesco Troisi.

In due paginette ci sono 20 norme di legge con cui uno dei leader di CONSTITUTIO Italia sta sfidando la misura restrittiva più odiata da molti Italiani (purtroppo ci sono anche capre ne vanno fiere): il GREEN PASS.

Il dottore in Scienze Politiche Ciro Scognamiglio, laureando in Giurisprudenza, ha deciso dare battaglia al Governo di Mario Draghi nel cuore della burocrazia amministrativa con cui è riuscito a privare alcuni cittadini del diritto costituzionale di circolare facendo gongolare altri imbecilli per il vanto di poter gironzolare liberamente.

Dal primo febbraio il Certificato Verde è diventato obbligatorio anche per accedere ai servizi pubblici come poste, banche e uffici municipali, creando ulteriori discriminazioni e facendo scoppiare i primi “incidenti” sociali: come nel caso di un parroco ligure che pretendeva di pagare il bollettino in posta ma si è beccato una denuncia dai Carabinieri per interruzione di servizio pubblico.

Scognamiglio, già noto alle cronache per le sue diffide a medici curanti ed ASL a fornire prescrizioni mediche a militari, poliziotti, operatori sanitari e scolastici che esitano di fronte all’obbligo vaccinale imposto dai Decreti Legge, è membro del direttivo dell’associazione Constitutio Italia, nata in difesa dei diritti costituzionali e composta soprattutto da poliziotti e militari ma anche professionisti del settore giuridico, tecnico scientifico e medico, oltre che privati cittadini, ha così elaborato una Certificazione Sostitutiva equipollente al Green Pass (link al fondo dell’articolo).

Come le è venuta questa idea? «Sono partenopeo – dice orgoglioso con una grossa risata che allude alla proverbiale furbizia dei napoletani – Partiamo dal presupposto che le libertà fondamentali dell’uomo vanno difese fino all’estremo sacrificio, sono nato libero e morirò libero per difendere i diritti dei più deboli, ovvero dei bambini (il nostro futuro) e degli anziani (il nostro passato)».

«Non vi è mai stata un’epoca così ricca di schiavitù reale come la nostra. Le catene non cingono più le caviglie degli schiavi, ma le loro menti e i loro cervelli, così i corpi si muovono automaticamente e si risparmi sul ferro delle catene. Quando non puoi abbatterà la torre del castello (la testa del sovrano), devi indebolire le fondamenta (i suoi sudditi/servili). Ogni cittadino ha sempre delle responsabilità (ignorantia legis non excusa)» aggiunge il leader di Costitutio Italia spiegando chi è il potenziale bersaglio della sua azione: le persone addette, senza specifico incarico di valenza giuridica, al controllo dei Certificati Verdi nei luoghi di pubblico servizio o semplicemente aperti al pubblico.

 Ciro Scognamiglio, dottore in Scienze Politiche e membro del Consiglio Direttivo dell’associazione Constitutio Italia

La questione era stata evidenziata in sintesi anche da Marcello Pamio di Dinsinformazione.It e ripresa dal giornalista Maurizio Blondet sul suo blog.

I CARDINI NORMATIVI DELLA DICHIARAZIONE EQUIPOLLENTE AL GREEN PASS

«Negare il servizio è reato, in quanto gli esercizi commerciali sono privati ma a servizio pubblico! Banche, poste e i vari uffici pubblici SONO OBBLIGATI A EROGARE IL SERVIZIO, altrimenti commetterebbero diversi reati: Art. 328 c.p. “Rifiuto d’atto d’ufficio”, Art. 340 – 331 c.p. “Interruzione pubblico servizio”, Art. 604 bis c.p. “Discriminazione”, Art 3 Costit. Art 21 Carta di Nizza “Discriminazione”. Se viene negato l’accesso bisogna pretendere il servizio o esigere che il funzionario del pubblico servizio faccia la pratica all’esterno! Nel caso contrario si chiamano i carabinieri e si fa VERBALIZZARE LA NEGAZIONE DEL SERVIZIO, e fare denuncia. Videoregistrare sempre con il cellulare!».

Scognamiglio non solo ha evidenziato almeno una ventina di norme che implicano altrettante violazioni ma le ha sintetizzate in una certificazione con tanto di marca da bollo da 16 euro (necessaria per l’autentica della firma da ottenere in Municipio) da portarsi dietro al fine di poter circolare liberamente. Ovviamente a meno che non si sia sottoposti a “quarantena” perché risultati positivi al tampone per il Covid-19 (per quanto sia poco affidabile come ampiamente dimostrato in varie inchieste).

La Dichiarazione Equipollente al Green Pass elaborata dall’attivista napoletano fa riferimento agli ARTT. DEL D.P.R. 445/2000 che cita espressamente

art. 38, la presente autocertificazione viene corredata del documento di identità ovvero viene inviata a mezzo telematico al destinatario (Pubblica Amministrazione o esercente un pubblico servizio o un esercente aperto al pubblico) ovvero presentata brevi manu al ricevente;

art. 46, lett. d), “Godimento dei diritti civili e politici”, il sottoscritto dichiarante gode dei medesimi diritti civili di chi è munito di Green Pass secondo le recenti e future norme legislative;

art. 47, 48, il presente documento di autocertificazione sostituisce al solo scopo di esercitare, in modo paritetico, indiscriminato e garantito dalla Costituzione Italiana, oltre che dalle Leggi Europee, gli stessi identici diritti esercitabili con il Green Pass, ovvero di libero ingresso in ogni locale e/o ambiente, mezzo di trasporto, istituto scolastico, ospedale o clinica, luogo di lavoro, museo o luogo di cultura, come previsto dai Decreti Legge sopra riportati.

«Con ciò premesso, tutti i pubblici ufficiali e tutti gli esercenti commerciali (quest’ultimi hanno surrogato le loro attività ad uno sconosciuto, hanno perso la libertà della propria professione – se non lo comprendono sarà tardi per costoro) hanno delle responsabilità, colpire loro significa risvegliare le coscienze dalla droga somministrata.  Mai come ora, tutti i cittadini hanno bisogno dì inoculazioni giuridiche, etiche e morali, per sconfiggere il virus che li ha resi in schiavitù (paura e incertezza delle basi giuridiche)» palesa Scognamiglio che nel suo documento menziona poi altri importanti riferimenti normativi.

In primis la Legge 219 del 2017 [Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento – (GU Serie Generale n.12 del 16-01-2018)] in base alla quale l’addetto a un pubblico servizio è vincolato a chiedere il consenso informato per trattare dati sensibili come quelli personali o sanitari. Il modulo del consenso informato è infatti la prima cosa da chiedere all’impiegato della posta o della banca che dovesse opporre resistenza.

Ma si regge anche su altre leggi nazionali di ratifica di convenzioni internazionali come la L. 848/1995 (Ratifica ed esecuzione della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, firmata a Roma il 4 novembre 1950) e la L. 145/2001 (Ratifica ed esecuzione della Convenzione sui diritti dell’uomo e sulla biomedicina, fatta a Oviedo il 4 aprile 1997).

“COL GP IL CITTADINO DIVENTA YOGURT SCADUTO”

«Il Regolamento (UE) 2021/953 e la Risoluzione n. 2361/2021 sul certificato COVID-19 sanciscono il principio di non discriminazione. In particolare, al considerando (36) il regolamento esclude l’obbligo vaccinale stabilendo il principio di non discriminazione di coloro che non possono o non vogliono vaccinarsi “prescrizione omessa nella prima versione della traduzione italiana e rettificata solo il 5 luglio 2021”»

Sono questi due dei punti cardini del certificato cui si affiancano, a sostegno della sua valenza, l’art. 51 c.p. (Esercizio di un diritto o adempimento di un dovere) ma sopratutto l’art. 393 bis c.p. (causa di non punibilità), il quale permette la “Resistenza agli Atti Arbitrari dei Pubblici Ufficiali” perché «essendo il D.L. 23 Luglio 2021 in contrasto con il Regolamento EU 953/2021, poiché quest’ultimo gerarchicamente superiore, l’atto di impedire l’accesso a vari luoghi e di sanzionare la mancanza di possesso del Green Pass, diventa un atto arbitrario».

«La dichiarazione sostitutiva (green pass) documento equipollente, mette in evidenza la gerarchia delle fonti e riequilibra le responsabilità dì ogni cittadino (per il caso dì specie) – prosegue uno dei leader di Constitutio Italia – Il certificato verde non è altro che uno strumento dì controllo economico sociale, questo strumento è un’etichetta dì conservazione dei diritti protetti dalla costituzione, in pratica si è reso il cittadino uno yogurt con scadenza predeterminata (cfr. Chi ha due dosi dì vaccino, non può accedere ai servizi pubblici). Chi accetta tale abominio è complice della disfatta della costituzione repubblicana».

La sua frase evoca perfettamente quella pronunciata a dicembre dall’europarlamentare Francesca Donato dopo l’annuncio della prima ondata di nuovi obblighi di vaccinazione e green pass per lavorare: «Disobbedire a Ordini Antidemocratici significa Difendere la Democrazia».

Ma mette in pratica il concesso senza legge ferire… Anzi! Paventando grossi guai per quegli addetti agli uffici pubblici come ai pubblici esercizi che dovessero ostinarsi a non accettare questa nuova “certificazione equipollente”.

Si parte dalla premessa che per l’art. 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE, “è vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata […] sulle convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura” e che per  gli articoli 13, 16 della Costituzione “La libertà personale e di circolazione è inviolabile”.

Si rammenta l’art. 32 della Costituzione e L. 219/2017, “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.

«Dunque l’obbligo di Green Pass che prevede il “vaccino” o il “tampone” è anch’esso incostituzionale, illegittimo dunque illegale» ha scritto Scognamiglio nell’autocertificazione.

I RISCHI PER CHI RIFIUTA LA CERTIFICAZIONE EQUIPOLLENTE

Ed infine si fa fede all’art. 21 della L. 183/2010, “Misure atte a garantire pari opportunità, benessere di chi lavora e assenza di discriminazioni nelle amministrazioni pubbliche […] garantendo l’assenza di qualunque forma di discriminazione e di violenza morale o psichica” per poi richiamare il Regolamento UE 2016/679 sulla Privacy nei considerando n. 32, 33, 42, 43, 50, 54, 161 e negli artt. 4, 6, 7 e 9 per ciò che concerne il Consenso al Trattamento dei Dati Personali.

Sulla base di tutto ciò il dichiarante attesta «i propri DIRITTI INVIOLABILI, OGGETTIVI, SOGGETTIVI E RELATIVI, nelle stesse identiche misure garantite a chi sia munito di c.d. “certificazione verde” ovvero possesso del Green Pass». Basta aggiungere poi la firma autenticata con marca da Bollo e timbro dell’ufficio comunale di residenza (o del Notaio).

Ma quel che può spaventare chi non terrà conto delle due paginette è l’ultima postilla: «Per chiunque, PUBBLICO UFFICIALE, FORZA DI POLIZIA volesse costringere il sottoscritto a misure restrittive delle libertà, si pregia rappresentare (la presente dichiarazione verrà inserita a verbale di contestazione emesso dalle Autorità per gli effetti dell’art.357 c.p.p.), le Formule di giuramento alla Repubblica Italiana e l’art. 28 della Costituzione, “I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti”.

Non solo. Secondo Scognamiglio ecco una serqua di ipotesi di reato pronta a scattare in una querela nel caso di rifiuto di accettazione della Dichiarazione equipollente al Green Pass: «Gli articoli 323 c.p. (abuso d’ufficio), 604 bis c.p. (Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa), 610 c.p. (Violenza privata), 658 c.p. (Procurato allarme presso l’Autorità), 661 c.p. (Abuso di credulità popolare), 629 c.p. (Estorsione)».

Ad eccezione dell’abuso d’ufficio analoghi reati, a giudizio del membro del direttivo di Costitutio Italia, si possono configurare per gli esercenti commerciali che volessero impedire ai cittadini muniti di tale autocertificazione l’accesso al loro esercizio pubblico. Con l’aggiunta di un’eventule multa: «L’art. 187 T.U.L.P.S., “Salvo quanto dispongono gli articoli 689 e 691 del codice penale [cliente in stato di ebbrezza], gli esercenti non possono rifiutare le prestazioni del proprio esercizio a chiunque le domandi e ne corrisponda il prezzo”, la violazione è punita con sanzione da € 516,00 a € 3.096,00».

Mentre per i commercianti che desiderano rifiutarsi di accettare l’imposizione di controllare il Green Pass il consigliere di Constitutio Italia ha già predisposto un modulo ad hoc (link sotto).

Può funzionare? «Sono riuscito già a pagare delle bollette in posta senza esibire Green Pass» afferma Scognamiglio «Concludo con una frase dì Arthur Schopenhauer  “La verità passa per tre gradini: viene ridicolizzata, viene contrastata, viene accettata come ovvia».

Redazione Gospa News
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QUI IL MODULO DELLA DICHIARAZIONE EQUIPOLLENTE AL GREEN PASS