LA PAURA QUANDO PRENDE IL SOPRAVVENTO NON LASCIA SPAZIO AD ALTRO

Mentre il governo mette in scena l’ennesimo decreto emanato per fronteggiare il Coronavirus, la paura dilaga. La paura è un’emozione molto importante ma a volte può diventare eccessiva e condizionare negativamente la nostra vita. Grazie ad essa riusciamo a metterci in una condizione di protezione e evitare possibili rischi. Quindi ben venga percepire paura, perché ciò ci attiva. Ma se non riusciamo a gestirla rischiamo di attuare comportamenti impulsivi, frenetici e irrazionali . 

La paura lascia largo spazio di manovra a quella parte del nostro cervello più antica ed emotiva, il sistema limbico (ippocampo, talamo, amigdala, corpi mammillari egirodel cingolo); in questa parte del cervello assume un ruolo di primaria importanza l’amigdala, che gestisce il processo di memorizzazione di tutti gli eventi collegati ad emozioni forti (condizionamento della paura). Un livello elevato di attivazione dell’amigdala provoca quello che lo psicologo Daniel Goleman ha definito con il termine di sequestroe mozionale (Amygdala Hijack), una reazione emotiva incontrollata che esclude la componente razionale del cervello, genera sensazioni fisiologiche sgradevoli e attiva una serie di comportamenti primordiali.

Abbiamo osservato, nel corso delle settimane, una sempre più decadenza verso l’irrazionalità, si sono rivelate insomma quelle caratteristiche che Gustave Le Bon, più di unsecolofa, descriveva nelle folle. 

Nel 1895 Gustave Le Bon nel libro “Psicologia delle Folle” scriveva: «L’annullamento della personalità cosciente, predominio della personalità inconscia, orientamento determinato dalla suggestione e dal contagio, dei sentimenti e delle idee in un unico senso, tendenza a trasformare immediatamente in atti le idee suggerite, tali sono i principali caratteri dell’individuo in una folla. Egli non è più sé stesso, ma un automa diventato impotente a guidare la propria volontà» 

IL CORAGGIO E’ IL SUPERAMENTO DELLA PAURA

Ci vuol coraggio, diceva Terzani, ci vuole determinazione, ci vuole fantasia, ma le possibilità ci sono. Non è che tutte le porte sono chiuse, che il mondo è già tutto sprangato e i posti sono già presi dagli altri. Ma per nulla! Io trovo che la cosa più bella che un giovane possa fare è di inventarsi un lavoro che corrisponde ai suoi talenti, alle sue aspirazioni, alla sua gioia, e senza quella arrendevolezza che sembra così necessaria per sopravvivere. “Ah ma io non posso perché..” Tutti possono. Ma capisci quello che dico? Bisogna inventarselo! Ed è possibile, possibile, possibile. 

Alberto Moravia in uno dei suoi Racconti romani, intitolato”L”incosciente”, scriveva: «Non c”è coraggio e nonc”èpaura. Ci sono soltanto coscienza e incoscienza. La coscienza è paura, l”incoscienza è coraggio». Ma ne parleremo la prossima volta. 


Teresa Barbagli è esperta in Counseling Scolastico. In particolare si occupa di progettazione e
formazione alle competenze comunicativo-emotivo-relazionale nella gestione dei
conflitti nei contesti educativi. Esperta di gestione e trasformazione dei conflitti, di
educazione alla pace e alla nonviolenza, da diversi anni si occupa di Mediazione dei
Conflitti interpersonali e familiari e della gestione costruttiva dei conflitti intra e
inter-personali.
Laureata in: “Terapia della Neuro e psicomotricità dell’età evolutiva “. Facoltà di
Medicina é Chirurgia. Gemelli di Roma.