GOLPE NATO IN UCRAINA: LA GENESI – 2. Obama, Soros, Intelligence MI6 & Kyiv Security Forum

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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Alla fine il pavido presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelens’kyj, nei giorni più tesi della crisi geopolitica internazionale che vedeva il suo paese al centro del braccio di ferro tra NATO e Russia, ha vestito i panni che gli erano più consoni: ha fatto il comico istrione come nella sua carriera televisiva ed ha inscenato un teatrino di pagliacciate sulla pelle e sull’economia di Kiev e del Donbass.

Prima il suo ambasciatore a Londra e poi lui stesso hanno smentito che l’ingresso dell’Ucraina nella NATO fosse un’ambizione del suo governo rispondendo picche a Jens Stoltenberg, segretario della North Atlantic Treaty Organization, che aveva già dato per “certo” l’ingresso nell’alleanza atlantica di Georgia ed Ucraina, senza peraltro tracciare un minimo piano temporale che rendesse credibile il capzioso annuncio.

Zelens’kyj lo ha fatto quando la tensione dei media e dei governi USA e UE stava salendo alle stelle per una “imminente invasione Russa”, fomentata da Bloomberg su fantomatici dossier della Central Intelligence Agency (CIA, controspionaggio americano), e lui ha “osato” chiederne le prove al presidente Joseph Biden,

Come ben sanno i lettori di Gospa News dietro al POTUS (President of the United States) si muove quel potentato di finanzieri, massoni e 007 militari denominato Deep State, di cui è stata confermata l’esistenza dall’ex direttore CIA dell’amministrazione Obama-Biden, John Brennan, proprio in relazione all’UkraineGate costato una fallita proceduta d’Impeachment a Donald Trump.

Qualche giorno dopo deve essere arrivato un messaggio chiaro da Washington e il  capo di Stato di Kiev si è messo sull’attenti.

Anzi: a dire il vero si è messo in ginocchio (o a novanta gradi se preferite) ed è stato costretto a prendere sul serio la macroscopica “false-flag” montata da intelligence, militari e/o paramilitari della Guardia Nazionale Ucraina, dove c’è ampia scelta del peggio dei guerriglieri mondiali, dai filo-nazisti ai jihadisti, tanto da ricordare la parodia di Mel Brooks “Mezzogiorno e mezzo di fuoco”. Purtroppo diventato torva realtà.

Zelens’kyj ha creduto – o da bravo attore fatto finta di credere – al bombardamento dell’asilo sventrato probabilmente a picconate ed ha autorizzato le azioni di artiglieria contro il Donbass che hanno ucciso nella giornata del 21 febbraio 2022 almeno due civili filo-russi.

Niente male per un comico: inventarsi una sceneggiata letale sotto i riflettori mondiali! Solo a quel punto, probabilmente disgustato per la scarsa serietà nella dialettica diplomatica dinnanzi al destino di milioni di persone, il presidente della Russia Vladimir Putin ha detto “BASTA!”.

Nel rammentare che un personaggio così mediocre è l’attuale presidente ucraino non dobbiamo scordare che è circondato da ministri scafati come il Ministro dell’Interno Arsen Avakov, già arrestato a Frosinone per un mandato di cattura internazionale dell’Interpol e capace di far arrivare fucili automatici Tavor di fabbricazione sionista ai suoi fedelissimi criminali del Battaglione Azov, divenuti famosi non solo per i simboli neonazisti ma anche le denunce di Amnesty International.

Nel rammentarlo ci viene in mente il guappo napoletano “Giggino l’Abbronzato”, ovvero il Ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio passato dalla vendita di bibite allo stadio San Paolo ai vertici internazionali.

Ma in fondo anch’egli non è che un pagliaccio piazzato lì dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, invirtù della sua esperienza ministeriale con deleghe alla Difesa e all’intelligence, è l’unico vero regista della geopolitica di Roma ma anche l’unico ambasciatore-garante del Nuovo Ordine Mondiale davanti a quella CIA che nel lontanissimo 1943 in Sicilia (allora si chiamava OSS) contribuì a dare l’abbrivio alla carriera politica di suo padre Bernardo.

Fatte queste premesse vediamo i retroscena del Deep State o NWO nei quali maturò nel 2014 il golpe NATO in Ucraina, attuato sulla pelle delle vittime uccise il 20 febbraio di 8 anni fa in piazza Maidan da alcuni cecchini mercenaricome quelli che agirono all’ombra della CIA nel 2002 a Caracas nel tentativo di regime-change contro la Repubblica Bolivariana del Venezuela del presidente Hugo Chavez.

L’inchiesta è stata pubblicata circa due anni fa all’interno di un altro articolo più lungo e complesso sull’abbattimento del volo Malaysian Airlines, ovviamente attribuito anch’essa ai russi come qualsiasi cosa avvenga di malvagio sulla nuova Cortina di Ferro del confine tra UE e nazioni filo-russe.

OPEN UKRAINE ED IL FORUM SULLA SICUREZZA DI KIEV

Open Ukraine è una fondazione costituita dall’ex premier di Kiev, l’economista ed avvocato Arseniy Yatsenyuk, che ebbe un ruolo fondamentale nella propaganda della rivoluzione arancione di piazza Euromaidan e nel successivo golpe contro il presidente della Repubblica Viktor Janukovych, costretto alla fuga il 22 febbraio 2014 per la sua politica filorussa.

Tra i partner dell’Open Ukrain anche il Centro Ricerca della Nato e il Dipartimento di Stato Usa

Open Ukraine può vantare oggi dei partner di eccezione tra cui spiccano Il Dipartimento di Stato Usa, il Centro di Documentazione e Ricerca Nato, e International Renaissance, braccio ucraino, con ben 4 sedi, della Open Society di New York del magnate ungherese-americano George Soros. Ad esse si aggiunge la fondazione dell’oligarca e politico Viktor Pinchuk, che collabora direttamente con l’ong newyorkese di Soros e con la fondazione Clinton Global Initiative.

 I partner della Victor Pinchuk Foundation dell’oligarca ed ex parlamentare ucraino che sostiene il Kiev Security Forum

L’Open Ukraine ha tra le sue mission il Forum di Sicurezza di Kiev, giunto alla 12a edizione con la convention dell’11-12 aprile 2019, ed inaugurato nel 2007 quando Arseniy Yatsenyuk era ministro degli esteri dell’Ucraina e presidente della Verkhovna Rada, il parlamento di Kiev. Anche grazie all’influenza internazionale di Open Ukraine, sostenuta da Soros, Yatsenyuk riuscì a diventare premier dal 2014 al 2016, e a fondare il Narodnij Front, il Fronte Popolare, che accolse nel Consiglio militare del partito alcuni membri dei battaglioni di difesa nazionale.

L’ex premier Arseny Yatsenyuk in ospedale in visita ai combattenti feriti dei battaglioni governativi in Donbass, 1-9-2014

Tale schieramento politico consentì la rapida ascesa politica di Arsen Avakov , ministro dell’Interno dal 2014 ad oggi, nonostante le accuse di abuso d’ufficio che nel 2012 avevano portato al suo arresto nel carcere di Frosinone.

Fu rilasciato per l’immunità parlamentare ottenuta dalle successive elezioni ed è diventato poi responsabile della Guardia Nazionale Ucraina di cui fanno parte anche gli ultranazionalisti del Battaglione d’Azov, accusati da Amnesty International di efferati crimini di guerra.

In questo contesto l’ex premier Yatsenyuk si è defilato dalla politica attiva per emulare il suo mentore Soros, e restare così dietro le quinte di ogni manovra internazionale grazie alla collaborazione con la Nato, il Dipartimento di Stato Usa ma anche personaggi di spicco dell’intelligence mondiale.

 Arseny Yatsenyuk con il presidente americano Barack Obama nella stanza Ovale della Casa Bianca il 12 marzo 2014

«Il Kyiv Security Forum di quest’anno ha raccolto un numero record di partecipanti: oltre 1.000. Tra questi vi sono alti funzionari di Stato dell’Ucraina, funzionari di leadership e diplomatici dello stato e dello stato ucraini e rappresentanti di comunità di esperti provenienti da oltre 20 paesi – ha detto il suo fondatore Yatsenyuk a conclusione del vertice – Vinceremo questa lotta, dovremo seguire la nostra strada e il nostro percorso è democratico, efficace, professionale e filo-occidentale».

Quando si trattò di fare sul serio entrò in azione Mustafa Masi Nayyem (ucraino: Мустафа Найєм, Pashto: مصطفی نعیم), il giornalista afghano-ucraino che fu il primo ad aizzare la gente su Facebook a scendere in piazza per la Rivoluzione Arancione nel novembre 2013 e, a golpe compiuto ed acque chetate, nel 2019, diventato vicedirettore della più importante industria ucraina di armi. La Tv del reporter Nayyem fu finanziata da George Soros e da alcune ambasciate occidentali di paesi Nato a Kiev.

GIOVANI UCRAINI A LEZIONE DAL CAPO DELL’INTELLIGENCE UK

Come ben evidenzia il sito Open Ukraine il 5 giugno 2019 alcuni giovani ucraini desiderosi di approfondire le questioni di sicurezza nazionale a Kiev hanno avuto un relatore di eccezione: uno dei grandi capi dell’intelligence del Regno Unito nonché importante stratega nelle politiche Nato, Sir Malcolm Leslie Rifkind.

E’ un politico britannico di lungo corso, nato il 21 giugno 1946 a Edimburgo dove è diventato deputato nei Conservatori, ed ha ricoperto vari ruoli come ministro con i premier Margaret Thatcher e John Major, tra cui gli incarichi di Segretario di Stato per la Scozia (1986-1990), Segretario alla Difesa (1992 -1995) e Segretario agli Esteri (1995-1997).

Sir Malcolm Rifkind, già capo dell’intelligence britannica, durante una conferenza organizzata da Open Ukraine

La conferenza del mastermind degli 007 di Sua Maestà si è potuta realizzare grazie al progetto giovanile Open World sostenuto dalla fondazione Open Ukraine che da 7 anni organizza anche il Forum Sicurezza per i ragazzi ucraini. Rifkind, discendente da una famiglia di ebrei lituani profughi in Sozia per sfuggire ai Progrom russi, fu rieletto nel Parlamento britannico nel seggio di Kensington e fu quindi scelto il 6 luglio 2010 come Presidente del Comitato per l’Intelligence e la Sicurezza (ISC) dal Primo Ministro, David Cameron.

Nel gennaio 2015 è stato nominato dall’OSCE come membro del suo gruppo di personalità eminenti sulla sicurezza europea. Nel dicembre 2015 è divenuto Visiting Professor dal King’s College di Londra nel loro Department of War Studies.

Come presidente dell’ISC Rifkind ha progettato la trasformazione dei poteri del Comitato per assicurare una supervisione efficace di MI5, MI6 e GCHQ. Convinse il governo a introdurre una legislazione che consentisse all’ISC, per la prima volta, di essere in grado di richiedere alle agenzie di intelligence di fornire qualsiasi materiale altamente classificato richiesto. Rifkind fu favorevole all’intervento militare della NATO in Libia nel 2011 e fu tra coloro che sostennero la necessità di fornire armi ai ribelli libici, roferì The Times. (continua a leggere qui)

L’INCHIESTA COMPLETA PROSEGUE SU GOSPA NEWS