L’ESERCITO ITALIANO CELA I MORTI DA VACCINO. Sindacalista Militare Denuncia: “Non Rispondono su Eventuali Decessi”

Nell’immagine di copertina il sindacalista della Federazione Lavoratori Militari dell’Esercito Italiano Piero Angelo De Ruvo e il generale Tommaso Petroni, nuovo commissario nazionale per la campagna vaccinale

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

«La “Segreteria Nazionale Esercito” della Federazione Lavoratori Militari (FLM) il 14 febbraio 2022, ha inoltrato, alle autorità competenti, una istanza volta a conoscere, i meri dati numerici relativi ai decessi, alla percentuale del personale vaccinato, ai relativi ed eventuali effetti collaterali causati dagli stessi, ed all’andamento dell’infezione da coronavirus tra la popolazione militare “Esercito”. Non ottenendo alcuna risposta, il 25 marzo 2022, ha inoltrato un sollecito/mancato riscontro, del quale a tutt’oggi attendiamo una risposta».

Essere un sindacalista militare richiede prudenza, diplomazia e pazienza. Ma a distanza di due mesi anche il più paziente di loro può perderla un poco, forse rammentando che la mancata risposta da parte di un’istituzione pubblica ad un’istanza ufficiale potrebbe configurare il reato penale di omissioni di atti d’ufficio dal quale nemmeno i vertici delle Forze Armate sono ovviamente esenti.

Il luogotenente Piero Angelo De Ruvo, segretario nazionale Esercito Italiano della Federazione Lavoratori Militari, un’organizzazione con finalità analoghe a quelle di un’associazione sindacale, pur essendo da mesi in trincea nella lotta contro Green Pass e Vaccini obbligatori a tutela dei suoi iscritti, ha inviato l’asettica nota stampa riportata sopra tra virgolette evitando però commenti sul silenzio grandinato dallo Stato Maggiore e dai comandi competenti nonostante il paradosso che la gestione dell’emergenza COVID-19 abbia avuto ed abbia un coordinatore straordinario proprio in forza all’Esercito Italiano.

Dal primo aprile, infatti, il generale Tommaso Petroni, dal 2021 a capo capo dell’area logistico-operativa della Struttura commissariale diretta da Francesco Paolo Figliuolo, è subentrato a quest’ultimo non più nel ruolo di Commissario per l’emergenza, essendo formalmente cessata in Italia il 31 marzo anche se sono rimaste in vigore molti obblighi forieri di polemiche, ma in quello di direttore dell’Unità al fine di completare la campagna vaccinale, che si annuncia proiettata verso la 4a dose nonostante il parziale flop della terza dopo l’allarme EMA sui danni al sistema immunitario dei booster, e implementare le misure di contrasto alla pandemia.

Il Governo di Mario Draghi, nel rafforzare il ruolo del Ministro della Salute Roberto Speranza, ha infatti preferito mantenere un alto ufficiale al vertice del coordinamento della macchina di distribuzione/imposizione dei sieri genici sperimentali, capaci di alterare persino il DNA umano in un esperimento globale dalle ignote conseguenze, secondo lo studio del genetista tedesco Walter Doerfler.

La conferma di un generale in tale ruolo va interpretata sia nella logica di dare un’impronta di autorevolezza marziale, evocativa di una dittatura sanitaria e militare al tempo stesso, sia nella strategia di cercare di evitare gli scandali del passato.

 Il generale Tommaso Petroni – curriculum in calce all’articolo

Il precedente commissario, infatti, il manager calabrese Domenico Arcuri, è stato indagato dalla Procura della Repubblica di Roma per peculato per lo scandalo delle mascherine cinesi prima che la Corte dei Conti bloccasse il suo tentativo di erogare un finanziamento statale per la ricerca di un vaccino antiCovid alla casa farmaceutica italiana Reithera srl, controllata da una finanziaria “anonima“ di cui sono amministratori due manager della GSK pilotata da Bill Gates.

Ecco perché assume una doppia valenza negativa l’omessa risposta dell’Esercito Italiano alla semplicissima richiesta di un sindacalista militare proprio in ragione del fatto che il responsabile della campagna vaccinale è un ufficiale della medesima istituzione e, pertanto, dovrebbe avere a cuore la massima trasparenza.

In realtà, come sappiamo, proprio la trasparenza è una delle gravi lacune che sono state oggetto della battaglia avviata da un altro militare, il sergente maggiore Ciro Scognamiglio, paracadutista della Folgore, che ha sollecitato alle autorità sanitarie competenti le prescrizioni mediche necessarie per la vaccinazione, come sostenuto anche dall’avvocatessa Renate Holzeisen in un contraddittorio legale con l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).

E come evidenziato dallo stesso Scognamiglio, anche nella veste di consigliere del direttivo dell’associazione Constitutio Italia che contesta l’obbligo vaccinale ai militari per un Regio Decreto, in una lettera al Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella rimasta senza risposta come quella dei vaccinati danneggiati del Comitato Ascoltami.

L’attuale richiesta del segretario EI della Federazione Militari Italiani sugli eventuali decessi avvenuti dopo la vaccinazione tra i membri delle Forze Armate, sottoposte all’obbligo vaccinale come poliziotti, operatori scolastici e sanitari, è una questione molto più pragmatica che formale.

Basti pensare al caso del maresciallo maggiore cinquantenne dei carabinieri di Mantova Pietro Taurino nel quale la magistratura ha accertato la correlazione tra il vaccino e la morte richiedendo però l’archiviazione dell’inchiesta per omicidio colposo a causa dello scudo penale varato dai decreti del Governo Draghi. Oppure a uno dei primi casi che suscitò viva commozione in Sicilia: quello del militare della Marina in servizio ad Augusta (Sr), Stefano Paternò, scomparso prematuramente a soli 43 anni.

Da allora le cronache di carabinieri, militari, poliziotti e civili colpiti da “malori improvvisi” dopo la vaccinazione sono diventate numerose che il citato Scognamiglio, nella semplice veste di esponente di Consitutio Italia, ha chiamato in causa l’ASL per richiedere l’attivazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) in conformità al diritto di segnalare presunte anomalie sui medicinali al Comitato per la valutazione dei rischi in farmacovigilanza PRAC (dall’acronimo inglese dell’organismo interno all’European Medicines Agency, EMA).

E lo stesso luogotenente De Ruvo si richiama alle agenzie del farmaco per motivare nel dettaglio la sua istanza alle autorità competenti. (continua a leggere)

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