Il suicidio dei G7

I PAESI DEL G7 PRENDONO UNA DECISIONE STORICA: IL SUICIDIO

Il Gruppo dei Sette (G7), che comprende Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti, ha rilasciato domenica una dichiarazione congiunta contro l’azione militare russa in corso in Ucraina.

Le sette nazioni hanno promesso che non permetteranno mai a Mosca di vincere la “guerra contro l’Ucraina” e hanno promesso ulteriore sostegno militare ed economico a Kiev.
Che non si siano accorti che la Russia ha già la vittoria in tasca? Che vogliano perseguire un piano di smantellamento delle economie e della socità in occidente? propenderei più per la seconda possibilità.

“Rimaniamo uniti nella nostra determinazione che il presidente Putin non deve vincere la sua guerra contro l’Ucraina”, si legge nella dichiarazione congiunta. Il documento, pubblicato l’8 maggio – il giorno in cui la maggior parte delle nazioni occidentali celebra la fine della seconda guerra mondiale in Europa e la vittoria sul nazismo – afferma che le nazioni del G7 devono sostegno all’Ucraina in “memoria di tutti coloro che hanno combattuto per la libertà nella seconda guerra mondiale. “ Se non ci andasse di mezzo il nostro futuro e quello dei nostri figli, oltre che la vita di milioni di uomini e donne, si potrebbe immaginare una goliardica pernacchia davanti a un comunicato che suona come una supercazzola degna del conte Raffaello Mascetti.

Vi prego di leggere e divulgare questo importante articolo LA RUSSIA DI PUTIN: Il fioretto perfetto per l’asse anglo-americano e il loro nuovo ordine mondiale

Il G7 ha addirittura accusato il presidente Vladimir Putin di aver recato “vergogna alla Russia e ai sacrifici storici del suo popolo”, oltre a violare “l’ordine internazionale basato sulle regole”. Insomma Tutto e il contrario di tutto. Propaganda e menzogne a profusione direttamente dalle sudicie bocche dei nostri vertici i quali hanno firmato e protocollato un documento vergogna. Quelle firme sono il sigillo sulla loro dichiarazione di colpevolezza, della diretta responsabilità per ciò che accadrà da qui in poi.

I sette leader mondiali che hanno preso parte al vertice di domenica, insieme al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, hanno promesso di fornire ulteriori aiuti finanziari all’Ucraina per sostenere sia i suoi bisogni immediati che “la ripresa e la ricostruzione a lungo termine”.

Traduzione: Armi, armi e più armi!

La dichiarazione afferma che 24 miliardi di dollari sono già stati forniti e promessi all’Ucraina dalla comunità internazionale, elogiando i programmi di assistenza lanciati dalla Banca mondiale e dal FMI.

Il primo ministro canadese Justin Trudeau, ormai alla ribalta delle cronache e della politica internazionale dopo aver dimostrato nel periodo pandemico di essere un volenterosissimo aspirante dittatore. (Che lo abbia fatto per farsi eleggere studente modello della Young Global Leaders school? Che lo faccia per fare contento il suo preside Klaus Schwab? Povero cocco)

Approfondisci:
La scuola per dittatori Covid di Klaus Schwab. Formazione per i leader del “Grande Reset”
I SOLDATI (o traditori del popolo) DEL GRANDE RESET DI KLAUS SCHWAB

Il dittatorello in carriera ha promesso ulteriori 50 milioni di dollari in assistenza militare per l’Ucraina e ha affermato che Ottawa solleverà temporaneamente tutte le tariffe commerciali sulle importazioni ucraine.

Sono stati inoltre promessi ulteriori aiuti militari diretti. “Perseguiremo la nostra continua assistenza militare e di difesa alle forze armate ucraine, continueremo a sostenere l’Ucraina nella difesa delle sue reti contro gli incidenti informatici ed espanderemo la nostra cooperazione, anche sulla sicurezza delle informazioni” , si legge nella dichiarazione suicida , senza fornire ulteriori dettagli.

Oltre a ciò, il Gruppo dei Sette ha anche annunciato una serie di misure volte a limitare l’accesso della Russia ai “canali finanziari e alla capacità di perseguire i propri obiettivi”, impegnandosi a eliminare gradualmente la “dipendenza dall’energia russa” e “eliminare gradualmente o vietare l’importazione di Petrolio russo”, sebbene non sia stata fissata una scadenza specifica.

Altra supercazzola fragorosa. Forse intendevano dire che i 7 Grandi paesi hanno deciso di auto-escludersi dai canali finanziari e dalle nuove opportunità che in Russia stanno emergendo, tirandosi una vanga su entrambi i piedi con rinculo sui denti!

Altre misure includono ulteriori restrizioni alle banche russe e al settore finanziario e sanzioni personali contro le “élite” russe e i loro familiari ritenuti vicini a Putin o che lo sostengono. Le sette nazioni hanno anche promesso di “continuare … gli sforzi per respingere i tentativi del regime russo di diffondere la sua propaganda” e hanno affermato che “compagnie rispettabili” non dovrebbero fornire “ricavi al regime russo o ai suoi affiliati”. Ma questa è storia vecchia, Stanno provando in tutti i modi a tappare la bocca alla vera informazione, prima con la censura, poi con la propaganda.

La verità è che sono vecchi e lo sono anche i loro metodi utili forse nella seconda metà del ‘900. Parlano di transumanesimo ma portano avanti un’agenda vecchia di almeno 50 anni. Caparbi e testardi come muli. Più che una Quarta Rivoluzione Industriale sembra di assistere a un film di fantascienza girato negli anni ’60. Ma come diceva Abramo Lincoln e come amano dire un po’ tutti ormai:

Potete ingannare tutti per qualche tempo e qualcuno per sempre, ma non potete ingannare tutti per sempre.“

Washington ha rilasciato una propria dichiarazione in cui delinea un nuovo round di sanzioni contro Mosca. Gli Stati Uniti hanno inserito tre principali emittenti russe – Channel One, Russia 1 e NTV – nella loro lista nera, hanno imposto ulteriori controlli sulle esportazioni al settore industriale russo e imposto restrizioni personali a circa 2.600 funzionari russi e bielorussi che gli Stati Uniti accusano di “minare la sovranità, integrità territoriale o indipendenza politica dell’Ucraina”

Approfondimento: Perché la Russia deve combattere contro il “Nuovo ordine mondiale”

La Russia ha attaccato lo stato vicino alla fine di febbraio, in seguito alla mancata attuazione da parte dell’Ucraina dei termini degli accordi di Minsk, firmati per la prima volta nel 2014, e all’eventuale riconoscimento da parte di Mosca delle repubbliche del Donbass di Donetsk e Lugansk. I protocolli mediati da Germania e Francia sono stati progettati per conferire alle regioni separatiste uno status speciale all’interno dello stato ucraino.

Da allora il Cremlino ha chiesto che l’Ucraina si dichiari ufficialmente un paese neutrale che non si unirà mai al blocco militare della NATO guidato dagli Stati Uniti. Kiev insiste che l’offensiva russa è stata completamente immotivata e ha negato di voler riprendere le due repubbliche con la forza.

Leggi cosa avevo scritto nel 2020 su Putin: Quando Putin diventa “speranza per la democrazia”