Ieri si è verificata un’esplosione di un gasdotto nella provincia turca di Hatay, a seguito del forte terremoto di magnitudo 7,4 che è stato registrato lunedì nel centro di Türkiye, secondo il Centro sismologico europeo-mediterraneo. L’epicentro del sisma è stato localizzato a 26 km dalla città di Gaziantep con una popolazione di circa 1,06 milioni. La fonte del terremoto era a 7 km sotto la superficie. Queste calamità “naturali”, troppo spesso coincidono con l’esplosione di gasdotti ed oleodotti di Paesi acquirenti o comunque collegati, alle risorse naturali della Russia.
La conta è ad oggi di circa 5.000 morti, ma sono oltre 13 milioni le persone che risiedono nelle regioni turche colpite dal terremoto di ieri notte che ha causato migliaia di vittime, feriti, crolli e danni ad abitazioni e strutture, quali scuole e ospedali. “Questo sisma ha colpito in modo diretto 13,5 milioni di nostri concittadini“, ha dichiarato oggi il ministro dell’Urbanizzazione del governo di Ankara, Murat Kurum, descrivendo, tra gli effetti del terremoto, l’interruzione di strade, rese inaccessibili dalle scosse, la mancanza di acqua in alcune regioni, dove si sta cercando di operare il più rapidamente possibile per ripristinare il funzionamento dei servizi essenziali.
La Turchia ha chiesto formalmente aiuto agli alleati della Nato, dopo il devastante terremoto che ha già provocato la morte di oltre un migliaio di persone. Secondo quanto si legge nella richiesta inviata da Ankara, la Turchia ha bisogno di staff ed equipaggiamento medico, di diverse unità di ricerca e soccorso e di “ospedali da campo” che siano particolarmente adatti “alle avverse condizioni del tempo”.
La mancanza di una celere risposta da parte dell’apparato militare di offesa della NATO, totalmente concentrata ad inviare armi e truppe in Ucraina per fronteggiare la Russia, non farà altro che accelerare la probabile uscita della Turchia, da questo agglomerato bellico di offesa che sta mostrando al Mondo intero la sua vera natura.
Questo disastro innaturale, accade a tre mesi dalle prossime elezioni Presidenziali che si terranno in Turchia il 14 Maggio in cui Erdogan si ricandiderà per mantenere il suo incarico. Le elezioni in Turchia avranno probabilmente ripercussioni a livello mondiale. Erdogan è considerato uno dei leader più discussi dalle organizzazioni sovversive globaliste sovranazionali occidentali e in questi anni ha messo molte volte in difficoltà i suoi “alleati” della NATO – l’organizzazione che dovrebbe essere di reciproca difesa di cui fanno parte 30 paesi occidentali – mantenendo rapporti con la Russia di Vladimir Putin.