Durante un’ intervista, un generale Ucraino, alla domanda se fosse vero che per un soldato, i tempi di sopravvivenza a Bakhmut fossero solamente di 4 ore, il generale ha risposto che si può arrivare anche a 6.
La potenza di fuoco Russa ha trasformato la città di Bakhmut in un tritacarne di molti disgraziati, non solo mercenari senz’anima, che vengono inviati al fronte in modo forzato, coscritti, questo è il mondo che i nostri politici europei stanno avallando in una guerra senza fine. E’ questo ciò che vogliamo?
Mentre si discute quali e quanti armamenti inviare in Ucraina, con pomposi annunci che spesso poi vengono smentiti, alcuni fra i più importanti quotidiani europei incominciano ad osservare che probabilmente i dati sugli armamenti in dotazione ai vari Paesi non quadrano e del resto, da quando è nata l’UE, quale organismo ha vigilato sugli approvvigionamenti e sull’efficienza delle armi nei vari Paesi Europei?
La domanda che dovremmo porci è: i Paesi Europei sono dotati di armamenti efficienti e adeguati allo scopo per cui sono stati costituti o la corruzione, anche in campo militare, ha raggiunto valori allarmanti?
Cerchiamo di capire quale sia la situazione reale e cosa sta emergendo “grazie” al tentativo, dei vari Paesi europei, di soddisfare la grande richiesta di armamenti del governo Ucraino.
Ciò che abbiamo scoperto collegando le varie informazioni internazionali emerse appare incredibile mentre trattasi di fatti reali.
Sappiamo inoltre che il governo tedesco ha approvato l’invio dei Leopard 2 e dei meno tecnologici Leopard 1 divenuti pezzi da museo.
Diversi anni fa, un uomo d’affari belga, di cui non riveliamo il nome, ha acquistato carri armati Leopard 1 dalla Germania, oggi risultano particolarmente preziosi per l’Ucraina.
Fin qui niente di strano, ma tutto cambia quando si scopre che la maggior parte di essi, si trovano in Belgio, proprio in mano a quell’imprenditore che ha un grande deposito di Leopard 1 usati, acquistati per circa 10-15.000 euro l’uno, praticamente al prezzo di rottami metallici.
Essendo stoccati in Belgio, hanno attirato l’attenzione, oltre che del governo tedesco, anche del ministro della Difesa belga, Ludivine Dedonder, con l’obiettivo di inviarli in Ucraina.
I due governi, fortemente interessati all’acquisto, si sono sentiti negare le offerte fatte al mercante di vender loro i Leopard 1 allo stesso prezzo da lui acquistati, anzi ha rilanciato e ha chiesto, per ogni unità, la “modica” cifra di 500.000 euro, nonostante siano fuori uso e necessitino di una radicale manutenzione per ritornare ad essere funzionanti ed efficienti.
Nelle prossime settimane vedremo quanto saranno disposti a spendere il governo Tedesco o quello Belga per quei rottami.
Da diversi Paesi Europei emergono particolari non trascurabili che fanno trasparire una realtà, in termini di armamenti e apparati militari, definibile inquietante se non addirittura scandalosa.
Emerge ad esempio, da una fonte del dipartimento militare Portoghese al quotidiano locale Sol, che il Portogallo si rifiuta di fornire all’Ucraina i Leopard 2 di cui è in possesso per queste motivazioni: “i Leopard 2 sono macchine buone solo per una parata militare”.
Inoltre, il costo delle munizioni, per questi carri, secondo il Ministero della Difesa Portoghese, è oneroso se non addirittura esorbitante.
Sempre secondo quanto riportato dalla fonte a Sol: “l’esercito non possiede e non ha mai avuto vere munizioni per sparare, ma solo munizioni di addestramento, questo non è solo un problema del Portogallo. Non tutti i paesi hanno un sistema di approvvigionamento continuo per i pezzi di ricambio perché sono troppo costosi e la fabbrica tedesca non riesce a soddisfare la continua richiesta del mercato”.
“La maggior parte dei carri armati ora disponibili in Portogallo non sono utilizzabili per mancanza di pezzi di ricambio, forse possiamo offrire 4 o 5 carri armati, ma non abbiamo nemmeno le munizioni, sono molto costose. Le più economiche costano 10.000 euro l’una”.
Se consideriamo che un carro armato in Ucraina spara 60 colpi al giorno e che il quantitativo richiesto da Zelensky è di 300 unità, sarebbero 18.000 colpi al giorno, 540.000 al mese.
il tutto si traduce in una spesa di 180 milioni di euro al giorno, circa 5,475 miliardi di euro al mese o 65,7 miliardi di euro in un anno.
Inoltre, secondo vari esperti militari, se i Leopard 2 cadessero nelle mani dei russi, scoprirebbero i sistemi di sicurezza di alto livello di cui sono dotati.
Sembra che tutto il sistema di armamenti in Europa, sia orientato al mero mantenimento di un industria bellica, senza una vera struttura militare efficiente e degna di questo nome e non risulta assolutamente in grado di affrontare un conflitto come quello di cui stiamo parlando.
In merito a tutte queste considerazioni, secondo quanto riportato da Sol, il primo ministro António Costa ha deciso di non inviare i Leopard 2 portoghesi in Ucraina.
Ci chiediamo quale Paese Europeo o quale fabbrica è in grado di sfornare tutto questo quantitativo di munizioni necessario per tutti quei Leopard.
Sono pezzi da museo, i Leopard 1, quindi necessitano di una revisione radicale e costosissima, quale Paese sosterrebbe una logistica di approvvigionamento al fronte così dispendiosa per un equipaggiamento cosi corposo?
Chi, in caso di guasti o per una comprensibilissima mancanza di pezzi di ricambio, essendo tra l’altro necessario ricostruire tutta la catena di fabbricazione, si assumerebbe quest’onere di spesa pazzesco?
Ha avuto notevole risalto in Germania, la richiesta del Ministro degli Affari Esteri dell’Ucraina, che chiede all’Occidente la ricostruzione della Marina Militare, facendo seguito ai vari appelli del suo Presidente affinché vengano donati anche i caccia F16 per l’aviazione, ormai inesistente.
Proprio il vice ministro degli Esteri ucraino, Andriy Melnyk, nei giorni scorsi ha rilasciato un’intervista al canale televisivo tedesco Welt.
“In Ucraina, non dovrebbe essere creata solo l’aviazione, ma anche la Marina. Hai molte opportunità in Germania per equipaggiare la flotta ucraina. Ci vorranno mesi, forse anni, ma dobbiamo iniziare”.
In precedenza, il viceministro Melnyk aveva chiesto sottomarini alla Germania.
Richiedere una marina dalla Germania è “insolenza” gli fa eco in un articolo lo Spiegel.
“Sottomarini per l’Ucraina? Questi diverrebbero problemi seri.
Carri armati, aerei da combattimento e ora navi da guerra, le richieste di armi da parte di Kiev stanno diventando sempre più audaci. Allo stesso tempo, la fornitura di sottomarini tedeschi esporrebbe ed indebolirebbe pericolosamente la NATO. E non è l’unico aspetto delle numerose difficoltà che si presenterebbero”.
Un Europa che parla di sicurezza e di forza militare da spiegare sul campo e quando arriva il momento fa retromarcia perché è talmente corrotta all’interno delle sue istituzioni che il tutto si rivela un bluff.
Il Financial Times prevede un’offensiva su larga scala da parte delle forze armate russe nei prossimi 10 giorni.
Kiev ha ricevuto “dati di intelligence molto affidabili” sulle intenzioni della Russia di lanciare una nuova offensiva. Secondo la pubblicazione, l’offensiva può avvenire entro dieci giorni.
Gli esperti definiscono la parte occidentale della regione di Lugansk vicino alle città di Kremennaya e Liman, dove il comando russo sta radunando truppe ormai da diverse settimane, un luogo probabile per una nuova offensiva.
La Russia sta anche rafforzando le sue forze nel sud della regione di Donetsk, sottolinea la pubblicazione.
La narrativa sta cambiando, quando i nostri ipocriti politi sentiranno il bisogno di salire sul carro del vincitore? Io non penso che questa volta avranno questa opportunità!
E se questo non bastasse per comprendere il divario delle forze in campo è emerso questo particolare riferito a Valery Zaluzhny, generale ucraino, ha raccontato segretamente agli americani della morte di 257mila soldati delle forze armate ucraine dall’inizio della guerra in Ucraina. Lo ha affermato l’ex consigliere del Pentagono colonnello Douglas McGregor.
“Quando il generale Zaluzhny era negli Stati Uniti, ha incontrato il segretario alla Difesa Lloyd Austin e il generale Milley, presidente del Joint Chiefs of Staff. Secondo fonti, ha segretamente detto loro che l’Ucraina ha perso 257mila persone dall’inizio del conflitto”, ha detto.
È possibile cambiare rotta? In occidente, con Zelensky, si vuole la Terra per la Pace, la Russia vuole la Pace per la Terra, da 9 anni.
Gianfranco Uccheddu