Natale con i tuoi…

Siamo nuovamente a Natale. Non che la cosa mi impressioni più.

Da molto tempo ho capito che gli eventi si ripetono. Certo cambiano e si modificano ma la sostanza resta la stessa. Oddio… non proprio la stessa. Questo Natale sicuramente passerà alla storia, per essere riuscito nella festa più bella dell’anno, a dividere le persone in due categorie: buoni e cattivi oppure cattivi e buoni a seconda da che parte stiate.

Parenti, amici, fratelli non ha importanza. Da una parte gli uni e gli altri dall’altra. Così hanno deciso i nostri governanti che evidentemente, conoscono perfettamente i nostri legami affettivi, ne comprendono i rapporti, le unioni, le storie i momenti di gioia e quelli di tristezza e di conseguenza, ne hanno a cuore la loro salute.

Trovo fastidioso che qualcuno mi dica con chi devo e con chi non devo stare.

Trovo ancor più preoccupante che la gente si affidi in questo caso, ai consigli del governo e non ascolti il proprio cuore. Non voglio passare per un vecchio sentimentale ma certo è che fino a prova contraria nella vita, almeno negli affetti, ho sempre deciso io cosa fare.

Ma davvero vogliamo far scegliere a questi che ci governano con chi stare a Natale e con chi non stare? Vogliamo davvero chiedere “tamponi” a fratelli, mamme, papà, sorelle nipoti figli etc. per poter stare insieme a Natale? Quando durante la settimana ci ammassiamo su tram, bus metro treni e quant’altro per andare a lavorare a scuola o in giro? Beh direte voi, per salire sui mezzi e ammassarsi come bestie ormai serve il GP, anzi il Super GP.

Avete ragione. Di fronte a così tanta certezza e sicurezza, così tanta convinzione e dedizione alle direttive del governo mi arrendo. Farò il Natale da solo. In fondo negli anni, avendo perso parecchi degli affetti familiari e avendo anche lasciato per strada amici/che assieme ad altre cose, direi che non mi potrà far più male di tante altre situazioni che mi hanno ferito nella vita.

Però una cosa la vorrei sapere da tutti coloro che con abnegazione, si rintaneranno nelle loro case asettiche, tenendo fuori dalle proprie mura figli, parenti stretti e amici: non è che vi sentite un po’ soli? Non è che vi viene un benché minimo dubbio, che vi stiano separando dagli affetti più cari e che non essendo la vita eterna, almeno questa, vi state perdendo pezzi di anima, di cuore e di tempo vitale che corre più veloce di Usain Bolt?

Ve lo chiedo perché aver fatto il salto nel buio che avete fatto, all’inizio vi deve essere sembrata una passeggiata. Un gesto responsabile. Oppure come dice Mattarella: “un atto di fede” confondendo ormai la religione con la scienza. Ed ora non è che nel buio in cui state brancolando, nella vostra anima, non sentite non percepite dei segnali che vi invitino a pensare che qualche cosa non funziona?

Quando e parlo a voi donne, vi siete infilate tra le braccia o nel letto del primo che avete conosciuto, senza sapere spesso niente di lui, che cosa avete pensato? Di morire di qualche malattia tremenda? Di ritrovarvi con la gola tagliata? Vi siete allontanate e siete scappate a perdifiato chiedendo aiuto? No.

La maggior parte di voi, si è lasciata travolgere dalla passione, dimenticando tutte le informazioni scientifiche acquisite e, vi siete fatte guidare da una cosa sola: l’istinto.

Lo stesso vale anche per noi uomini. Quando abbiamo incontrato nella nostra vita qualcuna che ci piaceva, anche se era la prima volta che la vedevamo, siamo scappati in preda al terrore di chissà quale terribile malattia, o abbiamo chiuso alle nostre spalle, la porta di casa per fare l’amore con lei? Che cosa abbiamo pensato? Di morire? Di non più svegliarci il mattino dopo? No.

La maggior parte di noi, si è lasciato travolgere dalla passione, dimenticando tutte le informazioni scientifiche acquisite e si è fatta guidare da una cosa sola: l’istinto.

Tutte queste passioni, tutti questi attimi, tutto questo tempo insieme, i figli fatti, gli addii, i rimpianti i ritorni gli abbandoni, tutta questa vita di cui siamo sempre stati padroni, nella quale abbiamo sempre messo tutto quello che avevamo dentro la nostra anima e dentro il nostro cuore, ora in un attimo sembra diventata una scelta fatta di regole precise, dettate da un gruppo di persone che dicono di volere il nostro bene. Come se quando gli occhi di una ragazza e un ragazzo si incontrano, per legge dovessero chiedere ai nostri “saggi” governanti, se quello che sentono dentro sia corretto o sbagliato.

Volete davvero delegare la vostra anima, il vostro cuore, i vostri sentimenti a quattro persone chiuse in una camera? Volete che siano loro a decidere sul vostro pensiero? Sulle vostre passioni? Sui battiti del vostro cuore? Dov’è che avete perso la vostra anima, il vostro istinto? Quando è stato che vi siete infilati in questo buco nero, nel quale la maggior parte di voi fa finta di sentirsi bene ma quel che resta del suo io profondo, gli suggerisce che qualche cosa non funziona?

Io credo che tutti insieme in questo Natale, il più grande gesto di ribellione che possiamo fare, il più grande atto eroico che dobbiamo fare per riprenderci la nostra anima e il nostro cuore, è passare le feste con chi vogliamo e come vogliamo. Senza distinzioni di nessun tipo, senza nessuna paura perché solo così potremo riprenderci la nostra vita.

Non è una cosa difficile, basta lasciarsi guidare dall’istinto come abbiamo fatto sino a ieri.

A guardare indietro nel tempo mi viene in mente quando il mondo intero, senza davvero nessuna distinzione o paura, si univa per aiutare chi era in difficoltà, chi stava male, chi aveva più bisogno di un altro. Vi lascio una canzone, perché la potenza della musica è indiscutibile e, come diceva il compianto Bob Marley: “La cosa bella della musica è che quando ti colpisce non senti dolore”.

Ho scelto questa versione con i sottotitoli in originale, ma è facile comprenderne il senso per chiunque. Leggerli vi farà riflettere molto su come eravamo e come siamo diventati.

https://www.youtube.com/watch?v=g_kj60DIq2M

Felice Natale a tutti.

Bruno Marro

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